
Questa immagine gira sul web da anni ed è quella che più viene associata alla tripofobia. Non scriverò un articolo pieno di effetti speciali, quindi precisiamo subito: i buchi schifosissimi che vedete sulla pelle non sono il risultato di una malattia o di chissà quale parassita. Si tratta semplicemente di un effetto di make up! Nessuna malattia della pelle, si tratta solo di trucco e di abilità nell’utilizzare determinati prodotti e tecniche per ricreare qualcosa di “spaventoso” (un po’ come si fa nei film).
E potete vederlo voi stessi in questo video:
Quando ho iniziato a scrivere su questo blog avevo deciso di non pubblicare l’immagine della mano con i buchi sulla pelle e di non parlarne. Ma ho cambiato idea, tanto da dedicarle un intero articolo: e vi spiego perché.
Perché questa immagine con buchi sulla pelle è molto cliccata.
È chiaro che chi continua ad utilizzare questa immagine “acchiappa click” associandola alla tripofobia lo fa con il solo scopo di ricevere, appunto, click. Con questa premessa si crea però mala-informazione, facendo credere a molte persone che esiste una malattia che riduce la pelle in quel modo e che questa malattia si chiami tripofobia.
Non è affatto così. Come già scritto più volte nel blog la tripofobia è l’avversione, paura e disgusto verso fori ripetuti e ravvicinati tra loro. Non è una malattia della pelle ne tanto meno una fobia, in quanto non riconosciuta come tale dalla comunità scientifica. C’è addirittura chi, dopo studi e test, è arrivato ad affermare che si tratta semplicemente di disgusto.
Un’immagine realizzata al computer o con i trucchi che, come quella pubblicata sopra, mostra la pelle umana bucata, attira ancor di più l’attenzione di chi si sta informando sulla paura dei buchi. Sarebbe per lo meno corretto, come ho fatto io all’inizio di questo articolo, scrivere in maniera chiara che l’immagine non è reale e chiedere a chi la visiona: cosa provi nel vederla? ti disgusta? ti mette ansia? provi malessere? non provi nulla? Ecco, ti lascio informazioni su cosa si intende per tripofobia, come è nata la parola, perché il termine si è diffuso (specialmente sul web e negli ultimi anni), gli studi che sono stati pubblicati a riguardo, ecc. In questo modo il lettore ha la possibilità di tirare le somme e di farsi una propria idea a riguardo.
Chi soffre di tripofobia non ha paura solo dei buchi sulla pelle.
Le immagini che creano malessere e fastidio ai tripofobici non sono infatti solo quelle con buchi sulla pelle ma tutto un insieme di immagini e oggetti con cui entriamo in contatto quotidianamente. Tra queste ci sono il baccello del fiore di loto, le spugne da bagno, i funghi, alcuni frutti, solo per citarne alcune. Le trovi qui sul blog nella sezione immagini.
Se invece sei curioso di sapere come ho scoperto la tripofobia, puoi leggere la mia esperienza.