La tripofobia è la paura dei buchi (dalla parola greca trýpa, che significa buco e φόβος, phóbos, che significa paura).
Per essere più precisi chi ne soffre è infastidito alla visione di immagini, oggetti e qualunque altra cosa composta da piccoli fori ravvicinati e profondi come ad esempio quelli di una spugna da bagno o di un favo delle api.
In alcune persone tripofobiche la visione di pattern ripetitivi costituiti da fori ravvicinati provoca solo un leggero fastidio, altre sono letteralmente terrorizzate tanto da provare disgusto, nausea, panico e brividi.
Queste sensazioni di malessere aumentano quando dai buchi fuoriesce qualcosa, come ad esempio del liquido, dei semi, degli insetti.
Ad oggi la tripofobia non è riconosciuta come disturbo mentale e si può affermare che l’attenzione attorno a questa fobia è un fatto abbastanza recente. Basti pensare che il termine tripofobia compare per le prima volta nei primi anni del 2000 e passeranno ancora diversi anni prima che se ne trovi traccia nella letteratura scientifica.
Che cos’è la tripofobia
La tripofobia è la paura nei confronti di qualunque elemento, naturale o artificiale, costituito da buchi più o meno profondi e ravvicinati tra loro. Chi ne soffre rifiuta la visione di elementi di questo tipo e, nel momento in cui ne viene in contatto anche solo visivamente, prova malessere.
Tripofobia: gli stimoli fobici
Considerando oggetti ed elementi di uso comune con i quali tutti noi possiamo entrare quotidianamente in contatto, sono veramente tante le immagini che posso dar fastidio a chi soffre di tripofobia.
Evitiamo volutamente di inserirle in questa pagina per non disturbare i lettori “tripofobici” e ci limitiamo giusto a citarne alcune: chi vorrà vedere qualche immagine potrà farlo visitando la sezione immagini.
Le immagini che disturbano le persone tripofobiche, sono:
- Favo delle api
- Spugne da bagno e marine
- Immagini create al computer con ripetizione di buchi, in particolar modo se i buchi sono sulla pelle
- Baccello che contiene i semi del fiore di loto
- Formaggio con i buchi, tipo gruviera
- Fori nei mattoni dei muri
- Fragole
- Bolle di sapone
- Follicoli piliferi
- Pori della pelle
- Immagini con fori ravvicinati dai quali fuoriesce del liquido, ad esempio la cornetta della doccia o il favo con il miele
Sintomi: cosa provano le persone tripofobiche
I sintomi e la loro intensità variano da soggetto a soggetto. Chi soffre di tripofobia, in generale, prova comunque disgusto, disagio, repulsione quando vede oggetti (reali e non) composti da buchi ravvicinati. Come già detto tutto è amplificato se dai buchi fuoriescono liquidi e/o gel.
Le persone tripofobiche possono avvertire sintomi come:
- disgusto
- disagio
- nausea
- vomito
- prurito
- formicolio
- palpitazioni
- brividi
- ansia
- panico
- sudorazione fredda
- sensazione di formicolio
Nei casi più gravi il soggetto prova malessere solamente pensando alle immagini, senza necessariamente vederle.
Capire se si soffre di tripofobia: diagnosi
Online si trovano vari siti che propongono video e test per comprendere se si è tripofobici. Nulla di riconosciuto da medici, nulla di scientifico: fondamentalmente viene proposta la visione di immagini che creano disagio alle persone tripofobiche, ma da qui a parlare di diagnosi c’è una bella differenza.
Inoltre, molto spesso, le immagini sono più da film dell’orrore che da test scientifici. Trovi maggiori informazioni nella sezione tripofobia test.
Per capire se si soffre di tripofobia è sicuramente necessario rivolgersi ad un medico. A maggior ragione se la paura dei buchi influenza la quotidianità, limita le nostre attività e diventa quindi invalidante.
È ragionevole parlarne con un medico per comprendere le motivazioni che provocano il disagio, valutarne il livello e inquadrare l’eventuale percorso da intraprendere.
Se vuoi nella pagina come ho superato la tripofobia trovi la mia esperienza e se ti va puoi raccontarci la tua o lasciare un commento.
Grazie per le informazioni! Anche io ho scoperto di soffrire di tripofobia e mi viene il vomito quando vedo le immagini che hai riportato.
Poco importa se è una fobia riconosciuta o meno, a quanto pare sono tante le persone con questo problema.
Continuerò a seguire il blog perché mi sembra proprio interessante!!!