Fobie: cosa sono, da cosa nascono e quali sono le più diffuse

Quando si parla di fobie si fa riferimento a quel genere di paure estreme, ingestibili per chi le prova, che però risultano sproporzionate rispetto alla realtà: l’oggetto della fobia non rappresenta un reale pericolo per la persona che sperimenta questa brutta sensazione, ma ciò non significa che si tratti di un problema da sottovalutare o da schernire. La persona che presenta una fobia, infatti, percepisce uno stato d’ansia non facilmente controllabile, che porta spesso all’incapacità di reagire.

La fobia, dunque, è una paura, intensa, persistente e duratura, provata nei confronti di uno specifico elemento che si configura come fattore scatenante. Ma com’è possibile riconoscerla? È possibile individuarne la presenza quando la persona è sopraffatta dal terrore di entrare in contatto con ciò che teme e non riesce a reagire.

donna impaurita che si copre gli occhi con le mani

Sintomi delle Fobie: quali sono i più diffusi?

I sintomi fisiologici più diffusi provati da chi soffre di fobie sono: la tachicardia, le vertigini, disturbi di tipo gastrico e/o urinario, la nausea, la diarrea, un senso di soffocamento, la sudorazione eccessiva e, in alcuni casi, persino il tremito e la spossatezza. Tali manifestazioni patologiche, ovviamente, si presentano solo in particolari circostanze, ovvero quando il soggetto entra in contatto con l’elemento temuto, oppure quando l’elemento in questione entra nel suo campo visivo.

Fobie ed Evitamento: cosa si intende?

I fobici hanno la naturale tendenza ad evitare le situazioni associabili alla loro particolare paura, ragion per cui una persona che ha paura del buio non entrerà mai spontaneamente in una stanza completamente oscurata, ma anzi, farà di tutto per avere con sé sempre una fonte di luce. Alla lunga, però, questo meccanismo di apparente difesa può diventare una vera e propria trappola. L’evitamento, infatti, non fa altro che andare a confermare la pericolosità (in realtà non pervenuta) della situazione evitata dal soggetto. Può perciò andare a verificarsi un circolo vizioso che, pur donando al fobico un momentaneo stato di tranquillità, rischia, a lungo andare, di metterlo in situazioni ben più gravi e pericolose. Chi ha paura degli aghi, ad esempio, avrà la tendenza ad evitare visite mediche o altre situazioni in cui gli aghi sono utilizzati, rischiando però di mettere a repentaglio la propria salute.

Principali tipologie di fobie

ragazzo in bilico su un cornicione

Per quanto di fobie ne esistano di tutti i generi, qui di seguito abbiamo riportato alcune fra quelle più diffuse e note. Abbiamo suddiviso le fobie sulla base di alcuni criteri particolari, che le portano ad essere categorizzabili come: fobie generalizzate, fobie sociali e fobie specifiche. Scopriamo qui di seguito le fobie più comuni tra tutte le tipologie:

Acrofobia
Paura dell’altezza

Aerofobia
Paura di dover volare

Glossofobia
Paura di dover parlare in pubblico

Claustrofobia
Paura di stare chiusi in spazi stretti e/o chiusi

Coulrofobia
Timore di dover assistere a uno spettacolo con dei clown, o semplicemente vederne uno.

Aracnofobia
Fobia dei ragni, anche dei più piccoli.

Orintofobia
Fobia degli uccelli, in generale, o dei piccioni, nello specifico.

Ofidiofobia
Paura dei serpenti e rettili similari

Cinofobia
Paura dei cani

Ailurofobia
Paura dei gatti

Brontofobia
Paura dei temporali

Scotofobia
Paura del buio e di luoghi in cui non si vede bene

Emofobia
Timore di aghi, siringhe e visione del sangue

Nei casi in cui la paura è provocata da una particolare situazione, si parla di criterio di tipo situazionale. Alcuni esempi possono essere dati dal dover salire su un mezzo pubblico, su un ponte, su un ascensore o ancora, il dover volare, guidare o parlare in pubblico. Ma anche il dover stare chiuso in spazi stretti o, addirittura, il dover assistere ad uno spettacolo di clown. Le fobie sono tante e particolari e tutte legate a fattori psicologici molto personali.
Nei casi di aracnofobia, orintofobia, ofidiofobia, cinofobia, ailurofobia e così via, si parla nello specifico di fobie legate agli animali.

Ci sono poi quelle di tipo ambientale o naturale: brontofobia, acrofobia, scotofobia, idrofobia. Tipologia sangue, ferite o infezioni: emofobia, fobia di aghi o siringhe.
Esiste poi un’altra tipologia, in cui è possibile includere le restanti fobie, come ad esempio quella legata a tutti i potenziali stimoli che potrebbero portare a contrarre una malattia oppure quella che riguarda il proprio corpo o parti di esso, che la persona percepisce come sproporzionate, inguardabili, orribili rispetto a come realmente si mostrano (dismorfofobia).

Le fobie non nascondono particolari significati di tipo simbolico ma, forse più banalmente, sono legate a esperienze negative di approccio e di errato apprendimento nei confronti di qualcosa.

Il trattamento della fobia specifica

pendolo con faccina triste che sbatte contro tante faccine felici

La terapia adatta per la cura di una fobia specifica è solitamente di tipo psicoterapeutico, farmacologico oppure una combinazione tra le due cose. Il trattamento farmacologico è tendenzialmente una soluzione a breve termine, utile per controllare eventuali crisi, episodi di ansia acuta e così via. In questo tipo di approccio si è infatti soliti utilizzare benzodiazepine (ovvero ansiolitici), antidepressivi o betabloccanti (che possono essere utilizzati per contrastare tremori e palpitazioni). Dunque, i farmaci per curare la fobia specifica hanno la funzione di agire sui suoi sintomi in maniera efficace, ma non eliminano la causa prima del disturbo. Per eliminare questa c’è bisogno che il soggetto venga seguito con attenzione da uno psicologo esperto nel settore, che sappia scavare a fondo e arrivare all’origine della questione.

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